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Joseph "Watchman" Kaliher  — POETICA —


La Poetica di Joseph Kalhier è tesa ad invitare il Genere Umano a un Mondo in cui la Pace e l'Amore siano elementi predominanti.

Il pubblico e i critici, incontrandolo nelle occasioni in cui ha presentato i suoi quadri, l'hanno amato da subito, Joseph è l'artista alchemico, collaboratore e ricercatore della Verità (Cooperator Veritas).

In ogni sua opera si riscontra un'esplosione di cromatismi, di prospettive profonde e indagatrici, di simbologie potenti ed esoteriche che denotano un travagliato e vero cammino di conoscenza e consapevolezza dal passaggio della sottomissione dei dogmi alla libertà intesa come Liberazione, meta suprema dell'iniziazione.

L'artista va oltre la materia, compenetra l'invisibile, il non essere, il vuoto, l'uno, l'assoluto, il tutto in un dialogo di tesi e antitesi: equilibrio interrogativo per giungere ad una sintesi superiore: essere il Grande Architetto dell'Universo.

In Joseph Watchman Kaliher lo spazio e il tempo non esistono, lui è già proiettato nell'eterno presente, nell'«E», ogni sua opera è dinamica, sublimale per i messaggi occulti in essa contenuti, esempio reale e vivificante del «Nosce Te Ipsum» (conosci te stesso) quale interiorizzazione dell'essere e come tuffo coraggioso nel tempio dell'uomo.

Il suo cammino di conoscenza è il risultato di una progressiva costruzione, il suo libero pensiero quale lavoro che gli consente di superare i limiti dell'io, rende compiute le sue opere. In questo senso il suo lavoro è una prefigurazione dell'immortalità, appagando quello che, se per l'uomo comune è un bisogno psicologico, per l'artista "Joseph Kaliher" è uno dei «confini» della sua stessa identità. Magnifico è il fine che si propone con i suoi quadri: elevare l'uomo, il singolo, colui che vuole elevarsi, farlo pensare, meditare, comprendere che egli stesso è un messaggero inconsapevole del Supremo, che del tutto è una infinitesima parte e che questi parti, nel "tutto" sono legate da un solo cemento: l'Amore.


Il suo pensiero si materializza nei suoi quadri, i colpi di maglietto e scalpello modellano la pietra grezza e la trasformano in pietra cubica... l'alchimia di un artista: ossia la trasmutazione fisica e psichica dell'operatore da una condizione di umanità «Vile» (come il Piombo) ad una umanità «Nobile ed Aurea» (come l'Oro).

Nel linguaggio alchemico il passaggio di un metallo o di un uomo dalla condizione «Vile» a quella «Nobile» significa una mutazione verso la pienezza della propria essenza, una rigenerazione, al compimento della quale ogni metallo diverrebbe il metallo per eccellenza e ogni uomo "l'Uomo per eccellenza",
emancipato (metallo ORO) da impurità, corruttibilità, durata limitata della "vita".

L'alchimia artistica di Kaliher è «Arte ermetica» è «Progresso Psichico», e il suo lavoro non può essere che affiancato ad un processo spirituale (che lui stesso definisce)
"Self-Consciousness" - "Auto-Coscienza".

Il linguaggio artistico simbolico delle sue opere è determinato da nitidi affioramenti delle strutture profonde, costanti, archetipiche della psiche umana e il magistero alchemico sarebbe una sistematica ricognizione negli strati più profondi della psiche, al fine della rigenerazione dell'Io:
della restituzione dell'Io alla sua interezza entro l'universalmente umano.


Joseph "Watchman" Kaliher  —  Simbologia/Symbology  —  

Andiamo ad analizzare alcuni dei simboli ricorrenti usati da questo artista nei suoi quadri.

Scegliamo una delle sue opere a caso, questa è la scena: tutto è impostato in una composizione sapiente ed il ritmo dinamico rende come in un sogno lucido l'idea di un mondo fiabesco, dove la gioia e la perturbazione sembrano coesistere, sotto una luce chiara e blu del cielo (leve e azul), come in una poesia di Ferdinando Pessoa.

Ci siamo chiesti se illustrare il significato di questi simboli possa rendere giustizia al lavoro di questo artista. Non sarebbe meglio che uno spettatore fosse libero di dare la sua interpretazione?
Dopo aver attraversato qualche esitazione siamo finalmente arrivati a una conclusione ed abbiamo elaborato un piccolo vademecum dei simboli più ricorrenti utilizzati da Joseph Kaliher.

Ecco il GLOSSARIO della sua SIMBOLOGIA:

 

La Mela, il frutto proibito, è un'altro dei simboli ricorrenti nella simbologia dei lavori di Joseph Kaliher.
Succose mele rosse come quella offerta a Biancaneve dalla Strega/Matrigna, oppure come "The Big Apple" - New York - la città della lussuria, della tentazione, della dannazione e della speranza.

Una mela rossa è altresì il simbolo del peccato originale, ma può essere anche una semplice mela con il vermetto che fa' capolino... una creatura che si trasformerà in una farfalla (simbolo di speranza).

 
     

Le Farfalle
Osservando nella sconfinata produzione artistica di Joseph Kaliher, forse sarebbe meglio dire "le farfalle", poichè molte di loro popolano frequentemente i suoi magici e fantastici quadri; ognuna delle quali vola in alto fino in cielo, verso le nuvole più alte.
Farfalle che nascono dai bozzoli di crisalide, che vogliono significare la grazia e la leggerezza della Natura con la Rinascita ad un nuovo stato di vita.

 
     
La Torre, simbolo di vigilanza e di risalita, fra terra e cielo, la prigione dei sensi e della sensibilità.

La sua rovina coinvolge la caduta della coscienza e il cuore del protagonista ridotto a un povero orsacchiotto/bambolotto... l'immagine richiama quelle parti interiori bambino/adolescente.

 
     

Un'Orsacchiotto/Bambolotto [TeddyBear] è spesso uno dei personaggi nei quadri allegorici raccontati nelle opere di Joseph Kaliher. A volte è travestito come un clown, da generale decorato, ministro, capitano ed ogni altro genere di funzionario altezzoso ed autoritario; altre volte disegnato come uno spaventapasseri con la coda di Leone (allegoria della nostra condizione umana).

E' lo Stuntman dell'artista, il pupazzo è spesso collocato in una situazione di rischio: sdraiato su un letto a parecchie miglia al di sopra del mare, oppure seduto in bilico sul bordo di qualche muro ripido e tortuoso.

 
     

La Mongolfiera
E' un'altra immagine metaforica di libertà e di speranza. (a volte diviene una mela, moltiplicando i suoi significati)

Una Mongolfiera che decolla verso il cielo, secondo quanto dice Joseph Kaliher, simboleggia l'unica condizione per l'essere umano di andare contro quanto imposto dalle regole della natura (la forza di gravità) una modalità di ascesa nel pieno rispetto della natura, invece di dominarla.

 
     

il Cuore
Anche un pupazzo ha un cuore che è rosso come quello del piccolo soldatino di stagno di H.C. Andersen,
fiabe che hanno ispirato l'artista in molti dei suoi dipinti.

Kaliher disegna cuori perché rappresentano il centro della sensibilità ed il segno biblico dell'essere interiore.

 
     

Anche il Picchio ha un cuore e viene disegnato con la sua gigante ed esagerata cresta rossa in ogni dipinto, alter ego dell'artista, simbolo della fiducia nel futuro, nella rinascita e sicurezza della continuità della vita.

scrive sinteticamente J.C. Cooper: "Nella mitologia indoeuropea il picchio è l'uccello del fuoco e del fulmine, simboleggiato dal segno rosso che lo contraddistingue e dal fatto che il suono che produce somiglia a quello del legno quando viene sfregato per accendere il fuoco".
D'altronde, lo troviamo spesso associato a divinità maschili e guerriere: Zeus-Giove, Ares-Marte, Silvano e Trittolemo per quanto riguarda il mondo classico: "i Latini hanno per il picchio una venerazione e un riguardo particolari" [Plutarco].

Non č per nulla casuale che, come spesso avvenuto con la cristianizzazione, nel simbolismo siano prevalsi gli aspetti "oscuri": infatti "il cristianesimo lo ha associato al diavolo, considerandolo simbolo dell'eresia e delle insidie che minano la fede e la natura umana".

 
     

Gli Scacchi
Ed infine, il raggiungimento della ragione, nelle superfici di un'universo di scacchi che rappresentano nell'artista il simbolo della razionalità.

Spesso in conflitto con la propria natura, la razionalità aggiunge un'altra problematica: la razionalità contro l'istinto, l'ordine contro il caos.

 
     
Le Scale

Molte scale alte rappresentano nelle opere di Joseph Kaliher l'unica via di comunicazione tra la superficie terrestre e il cielo. Un modo di essere, una connessione con il passato, ma anche con la realtà e la natura; oppure anche uno strumento per far rispettare l'esasperazione della prospettiva e delle distorsioni alimentando verticalmente la dialettica, che è il motivo conduttore della sua opera.

La scala, essa pure un simbolo “assiale”; come dice A.K. Coomaraswamy, «l'Asse dell'Universo č come una scala sulla quale si effettua un perpetuo movimento ascendente e discendente»

...fra gli Indiani dell'America del Nord, i diversi mondi sono rappresentati da una serie di caverne sovrapposte e gli esseri passano da un mondo all'altro salendo lungo un albero centrale. Un simbolismo simile si trova, in vari casi, realizzato da riti nei quali il fatto di arrampicarsi su un albero rappresenta l'ascensione dell'essere lungo l'«asse»; tali riti sono sia vedici sia «sciamanici», e la loro stessa diffusione č un indizio del loro carattere veramente «primordiale»

 
     
Il Vulcano

Il vulcano è una montagna che fuma e talvolta erutta fuoco e rocce. Esso detiene (in comune con la montagna) la simbologia delle energie nascoste che chiunque di noi potrebbe trovare dentro di sé.

Nel fumo vulcanico possiamo trovare anche altri oggetti/simboli che si sciolgono in aria, copie senza sostanza: bisogni, la pace, dollari, enormi punti interrogativi e così via.

 
 
Il Castello

E' un'immagine classica delle fiabe, una dimora inaccessibile ed ancora desiderata, ossia una casa dell'anima, simbolo trascendente della città celeste; nei dipinti di Joseph Kaliher il castello, con le sue finestre sbarrate e la sua cupola instabile, rappresenta il clero e la monarchica come istituzione che è ormai traballante.

Il castello potrebbe anche essere una trasposizione di una coscienza perturbata, come un sogno che rischia di cadere a pezzi mentre è ancora in fase di costruzione.

 
     

Joseph "Watchman" Kaliher  —  Poesie  —  


UNA CERTA INTOSSICAZIONE ESTETICA


Tramite la pittura
Mi prostituisco alla naturale bellezza
di tante cose
trasportandomi unito
se pur impotente
fino al culmine inevitabilmente nauseante
di una tale essenza effimera
Perciò
in esistenza
Oh Angelo custode!
della mia reale coscienza
oltre il vaneggiare transpersonale
di mental proiezioni paratatiche
abbisognosi sempre d'un palcoscenico
Salvami nell'Amore
dal cammino del tutto
consumando la necessità di tregua!


PER UNA RAGIONE


Molti litri assai
Di succo amoroso
Sono andati perduti
Sopra sporche ciambelle di cessi collegiali
Mura imprigionanti e bianche lenzuola candide
Testimoni di vanità e testosterone
Assieme ad egocentriche prestazioni erotiche
A due
vanno colando
lentamente in giù
goccia dopo goccia sopra un freddo pavimento
alla ricerca di più
che una sola ragione onanista
Di Vita!



UNA BOTTA DI ADRENALINA!


Mi colpisci duramente
le rare volte che nego attenzione allo spreco energetico
della mia batteria vitale
che potrebbe altrimenti accompagnarmi
più a lungo in questa strada
di piccole codarde emozioni
Misuratamente borghesi!